Ci permettiamo di riportare il passo che riguarda direttamente la petizione:
... "Ai firmatori della petizione va il nostro placito e l’augurio che la loro iniziativa abbia l’esito auspicato."...
Ci preme comunque precisare che la nostra petizione pone problematiche tecniche, culturali ed identitarie, fuori da ogni polemica "paesana".
Non siamo contro qualcuno, esprimiamo il nostro punto di vista che al momento risulta largamente condiviso.
Ringraziamo l'Azienda Librandi per l'attenzione verso i firmatari della petizione e per la chiara presa di posizione.
Auspichiamo che altre aziende vinicole dichiarino, fuori da ogni polemica, la loro posizione.
Di seguito il comunicato giunto a difesavinociro@gmail.com:
Avevamo deciso di tenerci fuori da ogni problematica paesana dopo tante delusioni subite da parte del territorio.
In questo caso dobbiamo fare un’eccezione perché il nostro silenzio potrebbe essere interpretato come un assenso alla cervellotica iniziativa del consorzio del Cirò e Melissa doc di modificare il disciplinare di produzione.
Il nostro pensiero in merito è ben evidenziato nel volume “Il Gaglioppo e i suoi fratelli”, presentato lo scorso maggio alla stampa nazionale ed estera, con il patrocinio dell’ OIV ( Organisation internationale du vin), dove sono pubblicati i risultati della ricerca sui vitigni autoctoni calabresi eseguiti da scienziati del settore come: il professore Mario Fregoni, ordinario di viticoltura dell’università cattolica di Piacenza, il professore Donato Lanati, titolare del laboratorio Enosis e professore di enologia all’università di Torino, il professore Franco Mannini e dottoressa Anna Shneider del CNR di Torino e dalla dottoressa Stella Grando dell’Istituto San Michele all’Adige.
Il consorzio suddetto, da cui abbiamo preso le distanze, perché non ne condividiamo impostazioni, idee, strategie, scelte commerciali, di marketing e di immagine, programmi e regolamenti statutari, ha proposto la modifica del disciplinare dopo attenta ricerca e studi approfonditi condotta da chi?dove sono pubblicati i risultati?
Ai firmatori della petizione va il nostro placito e l’augurio che la loro iniziativa abbia l’esito auspicato.
Vogliamo sottolineare che il nostro tenerci fuori non è assolutamente dovuto ad un atteggiamento snobistico nei confronti delle altre realtà produttive, tanto meno d’un territorio nel quale operiamo e al quale pensiamo con il nostro operato, con la nostra continua ricerca e sperimentazione di aver dato impulsi forti, testimoniando la capacità dei vini calabresi di recitare da protagonisti sui più difficili mercati nazionali ed esteri.
Siamo altresì persuasi di avere offerto con il nostro lavoro, con la credibilità che l’azienda ha ottenuto, con le vie nuove che abbiamo tracciato, con le scelte, talvolta difficili, chiara indicazione a tutto il comparto vitivinicolo locale per crescere ed imboccare un percorso di sviluppo e riqualificazione, non più basato su antiche e improponibili logiche di sostegno assistenziale, in grado di soddisfare e mantenere legati alla viticoltura e al proprio territorio i viticoltori di cirò e dintorni.
Se in futuro, come ci auguriamo sinceramente, si porranno in essere condizioni diverse, l’azienda Librandi sarà ben lieta di dialogare con tutti gli interlocutori ed offrire il proprio contributo d’esperienza e di idee.
Nicodemo Librandi
Io penso che ogni cirotano debba sposare il concetto del gallioppo e i suoi fratelli,perche´ secondo il mio parere é da li che si mira verso una meta
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