lunedì 8 novembre 2010

Lettera aperta all'Assoenologi

Al Presidente e al Direttore dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani.

Egregio Presidente, Egregio Direttore,
leggiamo sul sito della Vostra associazione un commento ai pareri della riunione 6/7 luglio 2010 del Comitato Nazionale Vini riguardante le modifiche deliberate al disciplinare dei vini DOC Cirò.
La breve nota riporta:
"Per la Regione Calabria è stata deliberata la modifica del disciplinare dei vini DOC “Cirò”.
Anche per questo disciplinare è stata apportato un adeguamento alla base varietale dei vigneti, privilegiando in ogni caso i vitigni autoctoni Gaglioppo, per il rosso, e Greco per il bianco.
Sono poi state apportate alcune modifiche migliorative nella descrizione delle caratteristiche dei vini al consumo e nelle disposizioni di etichettatura e presentazione dei vini."

Quanto riportato nella nota ci sembra surreale e non fa onore alla professionalità degli enologi.

Riteniamo possibile che, a causa delle numerosissime richieste di modifiche di disciplinari DOC, il Vostro comunicato sia frutto di una valutazione non approfondita nei confronti di una piccola realtà nel panorama delle DOC italiane.

Sicuramente è di Vostra conoscenza che attualmente il Disciplinare della DOC Cirò Rosso privilegia l'utilizzo del Gaglioppo, varietà principe calabrese, prevedendo una quantità minima del 95%.
Nella seduta del 6/7Luglio del Comitato Nazionale Vini è stato invece deliberato che oltre al Gaglioppo si possano utilizzare TUTTE LE VARIETA' AUTORIZZATE in Calabria fino al 20%, con una limitazione al 10% per alcune.

A Voi sembra che questa modifica privilegi il Gaglioppo? A noi no.

Le caratteristiche aromatiche e gustative del Gaglioppo, uniche e non imitabili, saranno di certo pregiudicate dall'utilizzo massiccio di altre varietà. Si verrebbero così a perdere le caratteristiche di tipicità che definiscono il Cirò DOC, senza peraltro definirne altre, visto che a seconda della varietà utilizzata si avranno caratteristiche completamente diverse.
Sfidiamo enologi, sommelier ed appassionati a riconoscere il Cirò quando verrà applicata questa modifica! Non ci sembra un approccio migliorativo delle caratteristiche organolettiche.

Nella nota pubblicata sul Vs. sito, si parla di presunte modifiche migliorative apportate: a cosa si fa riferimento? Forse al valore minimo dell'acidità totale che da 5g/L è stato modificato a 4,5g/L?

A Voi sembra una modifica migliorativa? A noi no.

E' riconosciuto che buoni valori di acidità sono correlati ad una buona qualità del vino sia dal punto di vista organolettico sia per la propensione all'affinamento. Abbassare questo valore non solo peggiora le caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche del Cirò, ma incentiva anche una viticoltura di quantità, che alle nostre latitudini porta inevitabilmente a bassi valori di acidità.

Migliorativa sarebbe stata invece una riduzione della resa per ettaro, attualmente prevista a 115Q/Ha mentre la media della produzione è di circa 60 Q/Ha (dati FEDERDOC)

Auspichiamo una valutazione più attenta della vicenda ed una presa di posizione coerente con la Vostra professionalità, affinchè nella seduta del Comitato vini che valuterà istanze e controdeduzioni a quanto deliberato, non venga "rottamata" la nostra piccola denominazione.

RingraziandoVi per l'attezione che siamo certi dedicherete alla DOC Cirò, porgiamo
Distinti Saluti

Comitato in difesa dell'identità del Vino Cirò

lunedì 13 settembre 2010

Presentato il ricorso

Siamo arrivati dunque all'epilogo della vicenda "disciplinare del Cirò". Una vicenda che ancora presenta aspetti poco chiari, tanto da poter essere definita un "giallo", anzi un Cirò Giallo DOC.

Alle nostre ripetute richieste di indire un'audizione pubblica, per giungere in modo trasparente ad una modifica condivisa da tutti gli operatori della filiera, si è opposto dapprima il Consorzio di Tutela, poi la Regione Calabria e infine il Comitato vini, organo tecnico del Ministero dell'Agricoltura.

Il motivo del rifiuto non è chiaro. Non si capisce perchè a tutti i livelli abbiano avuto paura del confronto pubblico e democratico. Nonostante la modifica proposta sia stata definita da più parti un suicidio economico, si è voluti andare fino in fondo sostenendo un'idea di Cirò "insostenibile".

Dicevamo, siamo all'epilogo. A questo punto l'estrema possibilità di fermare questa indegna manovra è affidata al ricorso presentato al Ministero, con il quale chiediamo che:

  • I vini Cirò rosso e rosato devono essere ottenuti esclusivamente da uve Gaglioppo

o in subordine considerare che nella composizione ampelografica le uve a bacca bianca previste dal vigente disciplinare vengano sostituite SOLO dalle varietà autoctone storicamente presenti nel cirotano atte ad apportare colore e quindi che l'art. 2 venga così modificato:

  • I vini Cirò rosso e rosato devono essere ottenuti da uve prodotte da vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:

Gaglioppo minimo 95%
possono concorrere alla produzione di detti vini le uve a bacca rossa delle varietà Greco Nero, Magliocco, da sole o congiuntamente fino ad un massimo del 5%.

Le ragioni di questa richesta si fondano su quattro motivi principali:


  • La possibilità di utilizzare TUTTE le uve a bacca rossa di varietà idonee alla coltivazione nella Regione Calabria compromette l'identità territoriale e culturale del Cirò Rosso;
  • L'art. 2 della proposta di disciplinare non ha il consenso degli attori della filiera vitivinicola del Cirò;
  • La perizia giurata (che rappresenta il supporto tecnico scientifico), allegata dal Consorzio alla richiesta di modifica del disciplinare, non è sufficiente ad attestare la validità della richiesta;
  • Non esiste tutela rispetto a possibili variazioni future della base ampelografica;
A questo link è scaricabile il ricorso completo in formato PDF.

Ricordiamo che il ricorso verrà sostenuto da Slow Food Italia che in questo comunicato ha annunciato pieno appoggio alle nostre ragioni.

Ringraziamo tutti coloro che sinora hanno condiviso la nostra battaglia e chiediamo un ultimo sostegno condividendo e divulgando questo comunicato.

Ad ogni modo, indipendentemente dall'esito del ricorso, si sta concretizzando fra i produttori firmatari, l'idea di creare un gruppo di Vignaioli Indipendenti, che si darà regole comuni per la produzione del vino Cirò coerenti con le richieste avanzate nel ricorso.

domenica 29 agosto 2010

Tu me provochi e io te magno

Spulciando nel web a volte si ritrovano (leggi qui) e (qui) dei post chiaramente frutto di un'approssimativo approccio alla notizia.

Se però la notizia riguarda la vicenda del disciplinare del Cirò, la precisazione (polemica) è d'obbligo.

In questi post si sostengono le tesi del Consorzio e si riporta a supporto il comunicato stampa del Consorzio datato Luglio 2009(!!)

La polemica non riguarda però i contenuti del comunicato stampa, ormai superato, quanto un modo di informare ambiguo e tendenzioso che vorrebbe far credere ai lettori che questa modifica del disciplinare sia stata voluta e votata dalla maggioranza dei produttori del Cirò.

Ebbene come si può chiaramente verificare dalla tabella seguente, estratta dal verbale di quella assemblea(?) del Consorzio che votò(?) all'UNANIMITA' (!!) la modifica, i votanti rappresentano il 22,73% (ventidue virgola settantatre!!) della produzione potenziale delle uve Cirò.

Appena il 2,73% al di sopra del 20% richiesto. Altro che maggioranza di produttori!!

Che la legge permetta, poi, di poter proporre le modifiche con una rappresentatività minima del 20% , questo non significa che siamo in presenza di un modello di democrazia.

Titolare Superficie Rappresentata Uve Rivend. In Q.li Vino prodotto in hl. Vino Imbott. In hl. Voti attribuiti
Coop Ha 68.83.80



Coop “ 73.48.80



Cantina “ 145.87.00 10.496 6.322 4.752 263
Cantina “ 16.48.00 1.563 950 754 29
Cantina “ 19.66.00 587 410
12
Cantina “ 60.33.00 7.281 4.747 2.021 160
Cantina “ 5.00.00 517 350 210 8
Cantina “ 3.00.00 246 160 21 6
Cantina “ 45.00.00 3.361 2.351 3.362 116
Cantina “ 6.90.00 830 580
16
Cantina “ 26.50.27 466 326
10
Cantina “ 15.00.00 1.410 980
30
Cantina “ 29.48.48 3.241 2.267
63
Cantina “ 5.83.00 523 360
14
Cantina “ 73.85.00 7.630 5.348 1.668 186






TOTALI ha 595.23.35 38.151 24.763 12.788 913

Superficie iscritte all'albo vigneti DOC Cirò --------- HA --- 1431
(fogli all. n.3 C.C.I.A.A. -KR)

Superficie rivendicate dagli Ass. come da prospetto
di cui sopra ----------------------------------------- HA - --595
pari al 41,50%

Produzione potenziale uve DOC Cirò ---------------- TON. 16786
(vedere fogli CCIAA – KR)

Produzione uve doc rivendicate come da prospetto -- TON. 3815
pari al 22,73%

N.B. Abbiamo evitato di indicare i nomi dei votanti, perchè la nostra è una battaglia per difendere l'identità del Vino Cirò e non contro qualcuno.

Slow Food Italia difende il Cirò

Sempre più ampio in tutta Italia il fronte dei sostenitori della difesa dell'identità del vino Cirò.

Negli ultimi giorni dopo l'articolo di Mauro Erro (qui), molti altri hanno scritto e commentato: il wineblog di Luciano Pignataro in primis nostro sostenitore della prima ora che a più riprese ha sollevato il problema, Vinocalabrese.it, Barbara Brandoli su Divinoscrivere e il seguitissimo blog Intravino con un articolo (qui) di Antonio Tomacelli che provocatoriamente auspica la morte veloce della denominazione.

Articoli che hanno sucitato molti commenti e discussioni, ripresi anche sui social network come Facebook.

Infine è arrivata la nota ufficiale di Slow Food Italia che riportiamo integralmente.

Non finiremo mai di ringraziare quanti hanno preso a cuore la questione della nostra piccola denominazione e invitiamo i produttori del Cirò ad una sana riflessione ed a una chiara presa di posizione.

Giovedì 26 agosto si è riunito a Vibo Marina il coordinamento Slow Food Calabria alla presenza del presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Piero Sardo, per discutere tra le altre cose della notizia di modifica del disciplinare di produzione del vino Cirò.

La modifica del disciplinare che consentirebbe l’introduzione di vitigni diversi dal Gaglioppo, il vitigno storico di Cirò, è stato approvato sia dalla maggioranza dei produttori del consorzio che dalle istituzioni. Per fortuna un gruppo di produttori che come noi credono che la viticoltura italiana debba assolutamente privilegiare le varietà locali e tradizionali ha intenzione di presentare ricorso contro questa modifica. Slow Food appoggia e appoggerà in toto questo ricorso: crediamo che la biodiversità vitivinicola sia un grandissimo valore soprattutto in Italia e che affidare le proprie strategie commerciali ad una maggiore omologazione dei vini in una concorrenza globale, che si fa sempre più agguerrita e al ribasso, sia profondamente sbagliato. Fare Cirò in modo tradizionale, rispettando le specificità dell’uva e le sue caratteristiche organolettiche sia possibile, anzi necessario. Un vino Cirò che preveda i soliti Cabernet e Merlot non può che prima o poi andare in contro ad un disastro commerciale e chiediamo a tutti coloro che credono in una viticoltura naturale, rispettosa delle tradizioni e delle caratteristiche dei territori di appoggiare questo ricorso e di fare pressioni presso le istituzioni affinchè non si dia seguito a questo errore.


Slow Food Calabria

Slow Food Italia

Fondazione Slow Food per la Biodiversità

Vinocalabrese.it

Luciano Pignataro Wine Blog

giovedì 26 agosto 2010

Sul web si parla del disciplinare del Cirò


Mentre sul web la critica enogastronomica discute della "questione" Cirò, a Cirò il Consorzio è troppo impegnato per rispondere alle questioni poste.

Come mai?

Siamo in piena campagna elettorale!! Per il 30 di Agosto è fissata l'assamblea ordinaria che rinnoverà le cariche consiliari ed eleggerà il nuovo(?) presidente.

Qui si può leggere l'ottimo articolo di Mauro Erro e i comment relativi

sabato 14 agosto 2010

Quer pasticciaccio brutto de via Molè

Il comitato nazionale vini ha pensato di non accettare la nostra richiesta di PUBBLICA AUDIZIONE (leggi qui) e sulla G.U. del 12 agosto è pubblicatoil parere favorevole dato alla richiesta di modifica del disciplinare ( qui il testo completo del disciplinare modificato qui il disciplinare in vigore).

Non si può che definirlo un "pasticciaccio" e non capiamo come nel parere si possa affermare:
 "Esaminata la domanda presentata dal consorzio per la tutela Ciro'
e Melissa intesa ad ottenere la modifica della denominazione di
origine controllata dei vini «Ciro'»;

Visto il parere favorevole della Regione Calabria sull'istanza di
cui sopra;

[il comitato] Ha espresso, nella riunione del 7 luglio 2010, parere favorevole
al suo accoglimento..." (qui il testo completo del parere)

Peccato che:
  • Rispetto alla domanda presentata dal Consorzio è stato approvato un disciplinare sostanzialmente diverso;

  • La Regione Calabria non ha dato parere favorevole all'istanza di cui sopra ma ha presentato un proposta diversa;

  • Il Comitato vini ha dato parere favorevole ad un disciplinare ancora diverso;
Leggendo il parere del comitato vini sembra sia filato tutto liscio, cioè che esista una sola versione del disciplinare presentata dal Consorzio a cui la Regione ha dato parere favorevole e di conseguenza accolto favorevolmente dal Comitato vini.

Nella realtà esistono almeno 3 (tre) versioni sostanzialmente diverse tra loro e quella finale, inevitabilmente, non è supportata da una perizia tecnica che è stata presentata allegata alla prima richiesta.

Quindi il Cirò Giallo DOC continua, chiederemo lumi in sede di ricorso.

In ogni caso resterà un "pasticciaccio".

venerdì 14 maggio 2010

Conferenza stampa

Ieri 13 Mggio nell'aula consiliare del Comune di Cirò Marina si è tenuta una conferenza stampa del Comitato "In difesa dell'identità del Vino Cirò".

Hanno partecipato Giuseppe Marino, primo firmatario della petizione, Mariangela Parrilla dell'azienda Tenuta del Conte, Francesco Maria De Franco enologo e delegato dell'azienda Vigna De Franco, Sergio Arcuri viticoltore.

Ringraziamo le giornaliste del Quotidiano della Calabria, del Crotonese e della Gazzetta del Sud, per aver accolto l'invito e per l'attenzione prestataci.

Nel frattempo si sono tenuti incontri informali con il Consigliere Provinciale Umberto Lorecchio ed il Consigliere Regionale Pacenza, che hanno dimostrato sensibilità al tema ed assicurato un loro interessamento.