lunedì 13 settembre 2010

Presentato il ricorso

Siamo arrivati dunque all'epilogo della vicenda "disciplinare del Cirò". Una vicenda che ancora presenta aspetti poco chiari, tanto da poter essere definita un "giallo", anzi un Cirò Giallo DOC.

Alle nostre ripetute richieste di indire un'audizione pubblica, per giungere in modo trasparente ad una modifica condivisa da tutti gli operatori della filiera, si è opposto dapprima il Consorzio di Tutela, poi la Regione Calabria e infine il Comitato vini, organo tecnico del Ministero dell'Agricoltura.

Il motivo del rifiuto non è chiaro. Non si capisce perchè a tutti i livelli abbiano avuto paura del confronto pubblico e democratico. Nonostante la modifica proposta sia stata definita da più parti un suicidio economico, si è voluti andare fino in fondo sostenendo un'idea di Cirò "insostenibile".

Dicevamo, siamo all'epilogo. A questo punto l'estrema possibilità di fermare questa indegna manovra è affidata al ricorso presentato al Ministero, con il quale chiediamo che:

  • I vini Cirò rosso e rosato devono essere ottenuti esclusivamente da uve Gaglioppo

o in subordine considerare che nella composizione ampelografica le uve a bacca bianca previste dal vigente disciplinare vengano sostituite SOLO dalle varietà autoctone storicamente presenti nel cirotano atte ad apportare colore e quindi che l'art. 2 venga così modificato:

  • I vini Cirò rosso e rosato devono essere ottenuti da uve prodotte da vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:

Gaglioppo minimo 95%
possono concorrere alla produzione di detti vini le uve a bacca rossa delle varietà Greco Nero, Magliocco, da sole o congiuntamente fino ad un massimo del 5%.

Le ragioni di questa richesta si fondano su quattro motivi principali:


  • La possibilità di utilizzare TUTTE le uve a bacca rossa di varietà idonee alla coltivazione nella Regione Calabria compromette l'identità territoriale e culturale del Cirò Rosso;
  • L'art. 2 della proposta di disciplinare non ha il consenso degli attori della filiera vitivinicola del Cirò;
  • La perizia giurata (che rappresenta il supporto tecnico scientifico), allegata dal Consorzio alla richiesta di modifica del disciplinare, non è sufficiente ad attestare la validità della richiesta;
  • Non esiste tutela rispetto a possibili variazioni future della base ampelografica;
A questo link è scaricabile il ricorso completo in formato PDF.

Ricordiamo che il ricorso verrà sostenuto da Slow Food Italia che in questo comunicato ha annunciato pieno appoggio alle nostre ragioni.

Ringraziamo tutti coloro che sinora hanno condiviso la nostra battaglia e chiediamo un ultimo sostegno condividendo e divulgando questo comunicato.

Ad ogni modo, indipendentemente dall'esito del ricorso, si sta concretizzando fra i produttori firmatari, l'idea di creare un gruppo di Vignaioli Indipendenti, che si darà regole comuni per la produzione del vino Cirò coerenti con le richieste avanzate nel ricorso.

2 commenti:

  1. sindaco@comune.ciro.kr.it14 settembre 2010 alle ore 13:21

    Non ho mai condiviso questa aberrante scelta operata dal Consorzio di tutela del Cirò, tanto da non essere stato più invitato alle riunioni. Continuerò questa battaglia al vostro fianco, ringraziandovi per l'impegno proficuo volto a tutelare la territorialità del Cirò doc.
    Mario Caruso
    Sindaco pro tempore di Cirò

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  2. Gentile Sindaco legga qui :
    http://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=6275
    Credo siano questi gli aspetti piu' dolorosi della Vs viticoltura
    Saluti

    RispondiElimina

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