Negli ultimi giorni dopo l'articolo di Mauro Erro (qui), molti altri hanno scritto e commentato: il wineblog di Luciano Pignataro in primis nostro sostenitore della prima ora che a più riprese ha sollevato il problema, Vinocalabrese.it, Barbara Brandoli su Divinoscrivere e il seguitissimo blog Intravino con un articolo (qui) di Antonio Tomacelli che provocatoriamente auspica la morte veloce della denominazione.
Articoli che hanno sucitato molti commenti e discussioni, ripresi anche sui social network come Facebook.
Infine è arrivata la nota ufficiale di Slow Food Italia che riportiamo integralmente.
Non finiremo mai di ringraziare quanti hanno preso a cuore la questione della nostra piccola denominazione e invitiamo i produttori del Cirò ad una sana riflessione ed a una chiara presa di posizione.
Giovedì 26 agosto si è riunito a Vibo Marina il coordinamento Slow Food Calabria alla presenza del presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Piero Sardo, per discutere tra le altre cose della notizia di modifica del disciplinare di produzione del vino Cirò.
La modifica del disciplinare che consentirebbe l’introduzione di vitigni diversi dal Gaglioppo, il vitigno storico di Cirò, è stato approvato sia dalla maggioranza dei produttori del consorzio che dalle istituzioni. Per fortuna un gruppo di produttori che come noi credono che la viticoltura italiana debba assolutamente privilegiare le varietà locali e tradizionali ha intenzione di presentare ricorso contro questa modifica. Slow Food appoggia e appoggerà in toto questo ricorso: crediamo che la biodiversità vitivinicola sia un grandissimo valore soprattutto in Italia e che affidare le proprie strategie commerciali ad una maggiore omologazione dei vini in una concorrenza globale, che si fa sempre più agguerrita e al ribasso, sia profondamente sbagliato. Fare Cirò in modo tradizionale, rispettando le specificità dell’uva e le sue caratteristiche organolettiche sia possibile, anzi necessario. Un vino Cirò che preveda i soliti Cabernet e Merlot non può che prima o poi andare in contro ad un disastro commerciale e chiediamo a tutti coloro che credono in una viticoltura naturale, rispettosa delle tradizioni e delle caratteristiche dei territori di appoggiare questo ricorso e di fare pressioni presso le istituzioni affinchè non si dia seguito a questo errore.
Slow Food Calabria
Slow Food Italia
Fondazione Slow Food per la Biodiversità
Vinocalabrese.it
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