martedì 30 giugno 2009

Cirò Giallo DOC





Fino a ieri sera il colore più conosciuto del Cirò DOC era Rosso. Questo colore era declinato nelle versioni Rosso Classico, Rosso Classico Superiore, Rosso Classico Superiore Riserva.

Da oggi il colore che va per la maggiore a Cirò è il GIALLO visto il mistero che avvolge le vicende del disciplinare di produzione del Cirò.

Decine di soci che hanno partecipato all'assemblea dei soci del Consorzio di Tutela del Cirò possono affermare che l'Assemblea si è sciolta senza alcuna votazione, la notizia è stata riportata anche da Luciano Pignataro e da questo blog.

Ma oggi, , gli stessi soci apprendono dalla stampa locale (il Crotonese a firma Patrizia Siciliani) che l'assemblea ha approvato le modifiche al disciplinare.

Quindi chiediamo l'intervento congiunto di Perry Mason, Ellery Queen e della Signora in Giallo per rispondere a queste domande:

È una notizia vera? Se è falsa perchè è stata data?

Cosa è stato scritto sul verbale di assemblea?

Chi ha votato? Cosa è stato votato?

Chi è la fonte della notizia visto che la giornalista non era presente?

Ma soprattutto da oggi di che colore è il Cirò DOC?

Forse noi Cani Randagi” non abbiamo capito la bontà del progetto, perché il fine ultimo del Consorzio era quello di ottenere un vino unico ed inimitabile: il CIRO' GIALLO DOC.


lunedì 29 giugno 2009

Cani Randagi

Per chi non è Calabrese forse è difficile intendere completamente il significato della definizione CANE RANDAGIO, o “cane sciolto”.

Semplificando, vengono definiti “cani randagi” degli individui che si muovono senza un fine preciso, arrecando danno alla collettività o al gruppo sociale a cui appartengono.

Ebbene, questa iniziativa, cioè la petizione “In difesa dell'identità del vino Cirò”, è stata definita "opera di CANI RANDAGI".

La prima reazione da Cirotani e Calabresi è stata di rabbia. Ma, da poeti quali siamo, abbiamo superato la superficie del significato comune e abbiamo inteso che non volevano offenderci, ma dare atto del nostro spirito libero.

Esiste, infatti, nel parlare comune calabrese un'altra definizione che si contrappone a “cane randagio” e cioè CANE DA PALAZZO. Sono questi degli individui che riportano la voce del palazzo a cui sono legati, incapaci di un pensiero autonomo, sempre alla catena.

Allora si, siamo CANI RANDAGI e non “cani da palazzo” , capaci di un pensiero libero fuori dagli schemi precostituiti imposti da una realtà provinciale, innocui se isolati, pericolosi se uniti.

Ed oggi siamo in tanti.

sabato 27 giugno 2009

Nessuna decisione all'assemblea del Consorzio

L'assemblea dei soci del Consorzio di tutela vini Cirò e Melissa DOC non ha deliberato in merito alla proposta di modifica del disciplinare del vino Cirò.

Ricordiamo che attualmente il disciplinare prevede l'utilizzo del Gaglioppo nella misura minima del 95% e del Greco Bianco o Trebbiano per il restante 5%.

Nella proposta di modifica avanzata dal Consorzio di Tutela del Cirò e Melissa si prevede la possibilità di utilizzare oltre al Gaglioppo tutte le varietà a bacca rossa autorizzate dalla Regione Calabria nella misura massima del 20%.

Tra queste varietà sono presenti vitigni internazionali quali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, ma anche Aglianico, Barbera, Traminer, Sangiovese che nulla hanno a che vedere con la tradizione vitivinicola del Cirò.


La mancata approvazione della modifica non significa che il pericolo sia scampato, bisogna mantenere alta la guardia e continuare a sostenere la battaglia per non perdere una identità millenaria
.

Non siamo degli immobilisti ma riteniamo che in un'eventuale modifica del disciplinare del Cirò Rosso Doc vengano autorizzate oltre al Gaglioppo esclusivamente varietà autoctone calabresi.

Ringraziamo pubblicamente tutti coloro che sinora hanno firmato la petizione e ci hanno sostenuto in modi diversi, in particolare Luciano Pignataro (che si dimostra informatissimo tanto da precederci nel dare la notizia), Franco Ziliani e tutti i blog che hanno ripreso la notizia.

giovedì 25 giugno 2009

Assemblea del Consorzio di tutela del Cirò e Melissa

Domani 26 Giugno 2009 alle ore 11,00 presso la torre aragonese di Torre Melissa è convocata l'assemblea dei soci del Consorzio di tutela dei vini Cirò e Melissa.

All'ordine del giorno l'approvazione delle modifiche al disciplinare del Cirò DOC.

Attivo il forum difesadelciro.com

Siamo convinti che per progettare il futuro del vino Cirò e del territorio cirotano sia necessaria una sana ed approfondita discussione tra tutte le posizioni in campo.

Per questo abbiamo attivato un forum dove tutti possono lasciare un commento, l'indirizzo è:
Ma oltre al forum esistono già:
  • Questo blog dove si possono commentare le ultime news sulle vicende del vino Cirò

martedì 23 giugno 2009

Il comunicato della cantina Librandi

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell'Azienda Librandi a firma del Prof. Nicodemo Librandi.

Ci permettiamo di riportare il passo che riguarda direttamente la petizione:
... "Ai firmatori della petizione va il nostro placito e l’augurio che la loro iniziativa abbia l’esito auspicato."...

Ci preme comunque precisare che la nostra petizione pone problematiche tecniche, culturali ed identitarie, fuori da ogni polemica "paesana".
Non siamo contro qualcuno, esprimiamo il nostro punto di vista che al momento risulta largamente condiviso.

Ringraziamo l'Azienda Librandi per l'attenzione verso i firmatari della petizione e per la chiara presa di posizione.
Auspichiamo che altre aziende vinicole dichiarino, fuori da ogni polemica, la loro posizione.

Di seguito il comunicato giunto a difesavinociro@gmail.com:

Avevamo deciso di tenerci fuori da ogni problematica paesana dopo tante delusioni subite da parte del territorio.

In questo caso dobbiamo fare un’eccezione perché il nostro silenzio potrebbe essere interpretato come un assenso alla cervellotica iniziativa del consorzio del Cirò e Melissa doc di modificare il disciplinare di produzione.

Il nostro pensiero in merito è ben evidenziato nel volume “Il Gaglioppo e i suoi fratelli”, presentato lo scorso maggio alla stampa nazionale ed estera, con il patrocinio dell’ OIV ( Organisation internationale du vin), dove sono pubblicati i risultati della ricerca sui vitigni autoctoni calabresi eseguiti da scienziati del settore come: il professore Mario Fregoni, ordinario di viticoltura dell’università cattolica di Piacenza, il professore Donato Lanati, titolare del laboratorio Enosis e professore di enologia all’università di Torino, il professore Franco Mannini e dottoressa Anna Shneider del CNR di Torino e dalla dottoressa Stella Grando dell’Istituto San Michele all’Adige.

Il consorzio suddetto, da cui abbiamo preso le distanze, perché non ne condividiamo impostazioni, idee, strategie, scelte commerciali, di marketing e di immagine, programmi e regolamenti statutari, ha proposto la modifica del disciplinare dopo attenta ricerca e studi approfonditi condotta da chi?dove sono pubblicati i risultati?

Ai firmatori della petizione va il nostro placito e l’augurio che la loro iniziativa abbia l’esito auspicato.

Vogliamo sottolineare che il nostro tenerci fuori non è assolutamente dovuto ad un atteggiamento snobistico nei confronti delle altre realtà produttive, tanto meno d’un territorio nel quale operiamo e al quale pensiamo con il nostro operato, con la nostra continua ricerca e sperimentazione di aver dato impulsi forti, testimoniando la capacità dei vini calabresi di recitare da protagonisti sui più difficili mercati nazionali ed esteri.

Siamo altresì persuasi di avere offerto con il nostro lavoro, con la credibilità che l’azienda ha ottenuto, con le vie nuove che abbiamo tracciato, con le scelte, talvolta difficili, chiara indicazione a tutto il comparto vitivinicolo locale per crescere ed imboccare un percorso di sviluppo e riqualificazione, non più basato su antiche e improponibili logiche di sostegno assistenziale, in grado di soddisfare e mantenere legati alla viticoltura e al proprio territorio i viticoltori di cirò e dintorni.

Se in futuro, come ci auguriamo sinceramente, si porranno in essere condizioni diverse, l’azienda Librandi sarà ben lieta di dialogare con tutti gli interlocutori ed offrire il proprio contributo d’esperienza e di idee.

Nicodemo Librandi

L'adesione dell'Associazione "I VIGNIAIOLI DEL CIRO'"

Giunge anche l'adesione di Francesco Porti che in qualità di presidente dell'Associazione "I VIGNIAIOLI DEL CIRO'" lascia la sua firma su www.firmiamo.it/indifesadellidentitavinociro
e ci invia una breve nota su difesavinociro@gmail.com che di seguito pubblichiamo.


L’ iniziativa del Consorzio di tutela del Cirò e Melissa DOC di modificare il
disciplinare di produzione del Cirò vanifica il lavoro svolto dalla nostra Associazione tendente a dare dignità alla nostra categoria, al nostro impegno quotidiano, al nostro duro lavoro, a produrre qualità e a fare reddito con il nostro prodotto, seguendo, come già stiamo facendo da alcuni anni un rigido protocollo di coltivazione che ci consenta di migliorare la qualità del nostro Gaglioppo. "Impariamo a coltivare bene le nostre uve non a tagliare il vino.”

Francesco Porti
Presidente Associazione
"I VIGNIAIOLI DEL CIRO'"

lunedì 22 giugno 2009

Firma anche il Prof. Fregoni

Anche il Professor Mario Fregoni, ordinario di Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Gran Premio dell'OIV 2008, firma l'appello In difesa dell'identità del vino Cirò.

Lo ringraziamo pubblicamente per il sostegno.

qui una breve biografia del Prof. Fregoni e di seguito il testo inviato al nostro indirizzo mail difesavinociro@gmail.com

Condivido, aderisco e firmo il documento in difesa del Cirò.

Cordialmente.

Mario Fregoni

****************************************
Direttore Istituto di Frutti-Viticoltura
Università Cattolica del Sacro Cuore
Via E. Parmense, 84
29100 - PIACENZA - Italia

sabato 20 giugno 2009

La cooperativa dei viticoltori aderisce alla petizione

I viticoltori della cooperativa C.A.VI.C. (oltre 150 soci) si dichiarano contrari alle modifiche di disciplinare proposte e ieri è arrivata l'adesione, con timbro e firma in calce da parte del presidente, alla nostra petizione.
Inoltre sono state raccolte a titolo personale le firme di:

Murano Francesco
De Franco Cataldo
Strangia Cataldo
Boccuto Antonio
Iuzzolini Salvatore
Aloe Luigi
Miceli Giuseppe
Aloisio Giuseppe
Caruso Nicodemo
Macrì Vincenzo
Sasso Cataldo
Stancato Raffaele
Caruso Antonio

venerdì 19 giugno 2009

Il Sindaco di Cirò sostiene la raccolta firme

Di seguito il testo lasciato dal Sindaco di Cirò Avv. Mario Caruso su www.firmiamo.it/indifesadellidentitavinociro

Per il ruolo istituzionale che svolgo, quale sindaco di Cirò, aprezzo l'iniziativa e, confido nella possibilità di aggregare altre istituzioni a tutela del vino Cirò da ogni tenativo di delegittimazione.

il Sindaco di Cirò avv. Mario Caruso

In difesa dell'identità del vino Cirò

A seguito delle modifiche proposte al disciplinare di produzione del Cirò DOC è iniziata una raccolta di firme IN DIFESA DELL'IDENTITA' DEL VINO CIRO'.

L'appello espone le ragioni di chi non vuole essere omologato, ispirandosi al documento pubblicato da PORTHOS in difesa dell'identità del vino italiano.

Per condividere le nostre ragioni si può aderire all'indirizzo web http://firmiamo.it/indifesadellidentitavinociro



In difesa dell'identità del vino Cirò.

Da mesi si discute sull'opportunità di modificare il disciplinare di produzione del Cirò DOC. Attualmente il disciplinare prevede l'utilizzo del Gaglioppo nella misura minima del 95% e del Greco Bianco o Trebbiano per il restante 5%.

Nella proposta di modifica avanzata dal Consorzio di Tutela del Cirò e Melissa si prevede la possibilità di utilizzare oltre al Gaglioppo tutte le varietà a bacca rossa autorizzate dalla Regione Calabria nella misura massima del 20%. Tra queste varietà sono presenti vitigni internazionali quali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot che nulla hanno a che vedere con la tradizione vitivinicola del Cirò.

Bisogna chiarire subito che la denominazione di origine (DOC) è un bene collettivo. Un bene pubblico e proprio per questo normato da apposite leggi dello Stato. La DOC infatti rappresenta il vino di un territorio delimitato ed esprime le caratteristiche di tipicità di quel determinato “terroir”.

Queste caratteristiche includono, oltre alle condizioni pedoclimatiche, la storia, la tradizione e la cultura vitivinicola di un territorio, definendo l'identità del vino prodotto in quel territorio, in questo caso del Cirò, come prodotto unico ed irripetibile.

L'utilizzo di varietà internazionali (in quantità rilevanti come proposto nella modifica) porta ad uno svilimento dell'identità territoriale e all'omologazione del prodotto.

Perché allora un consumatore del nord Italia o estero dovrebbe ricercare il Cirò se le sue caratteristiche sono simili a mille altri vini? Perchè dobbiamo decirotizzare il Cirò? Perchè dobbiamo parificare la DOC Cirò alle IGT presenti sul territorio? Perché centinaia di produttori devono rinunciare alla loro identità di Cirotani?

Oltretutto per rispondere ad una presunta esigenza di mercato e di gusto globalizzato, le aziende vitivinicole dispongono già delle denominazioni IGT, che prevedono ampiamente l'uso di varietà internazionali.

La globalizzazione può rappresentare un'opportunità se permette la conoscenza e il confronto di prodotti e culture differenti, è deleteria invece se propone l'appiattimento dei valori e la perdita di identità.

Si può e si deve ri-guardare il territorio: averne riguardo e tornare a guardarlo; riallacciare con il presente saperi sapori e risorse del passato, senza nostalgie, permettendo una continuità con il futuro.

Ri-guardando nei vigneti del cirotano si riscontra che il Gaglioppo è sempre stato predominante, tanto che in altre zone della Calabria veniva denominato anche come “Cirotana”. In un passato non tanto lontano poi, erano presenti in piccole quantità altri vitigni (Greco nero, Malvasia nera, 'Mparinata, Pedilongo, ecc.) che davano al vino maggiore complessità organolettica e miglioravano la tonalità del colore.

Recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato le potenzialità enologiche del vastissimo patrimonio ampelografico calabrese, a dimostrazione che il ricorso alle varietà internazionali non è una scelta obbligata.

La forza del vino italiano, quindi anche del Cirò, risiede nella complessità e nella varietà del patrimonio ampelografico autoctono che rappresenta una risorsa da valorizzare piuttosto che da sacrificare.

Chiediamo pertanto che in un'eventuale modifica del disciplinare del Cirò Rosso Doc vengano autorizzate oltre al Gaglioppo esclusivamente varietà autoctone calabresi in quantità massima del 5%.

Primi firmatari:
Marino Giuseppe
Rotondo Enzo
Giuseppe Balestrieri
Giovanni Napolitano
Benevento Vincenzo
Leto Giuseppe
Murano Francesco
Anania Francesco
Valente Enzo
Marino Teresa
Lamberti Paolo
Liotti Giuseppe
Bruno Cataldo
Capoano Gianluca
Ferro Albino
Cavallaro Luigi
Calabretta Nicodemo
Pinacchio Cataldo
Mauro Raffaele
Mazziotti Gaetano
Nigro Alessandro

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